Il nuovo titolo del Tesoro italiano ha esordito oggi, soltanto in offerta ed a prezzo fisso, sul MOT e l’esordio appare buono. Con un controvalore di oltre un miliardo e mezzo di Euro nella prima delle quattro giornate di collocamento ed un importo medio degli ordini che denota il gradimento di sottoscrittori non esclusivamente retail, è probabile che il titolo avrà una sufficiente liquidità quando entrerà in contrattazione.
Il Tesoro ha fatto di tutto per attirare soprattutto i piccoli risparmiatori. La struttura del titolo non è semplicissima ma presenta alcune peculiarità tese a tranquillizzare l’investitore meno esperto: Il tasso cedolare minimo garantito in collocamento, l’indicizzazione all’inflazione italiana, la salvaguardia offerta in caso di svalutazione, il pagamento della rivalutazione del capitale assieme alla cedola. Anche il premio a scadenza è rivolto a conquistare il retail sebbene, a ben guardarlo, valga meno di 10 punti base reali all’anno.
Il rendimento cedolare minimo di questa prima offerta è stato fissato al 2,25%, un quarto di punto oltre le ipotesi esemplificative fatte dal Tesoro nelle scorse settimane e al di sopra della cedola offerta dal “gemello diverso” già sul mercato, il BTP€i Settembre 2016, che infatti oggi scende un poco e chiude a circa novanta punti base sotto la pari. Probabilmente questo piace anche gli investitori istituzionali, che sentono profumo di arbitraggio a basso rischio in un segmento che ha buone probabilità di salire di prezzo, a ruota delle forti risalite dei titoli a breve termine.
Occorre però segnalare alcuni punti critici.
Innanzitutto il rendimento non è ancora definitivamente fissato, e questo era già chiaro.
In secondo luogo il legame all’inflazione italiana invece che a quella dell’Area Euro potrebbe rivelarsi controproducente nel caso di una recessione che colpisse in modo marcatamente più grave il nostro Paese rispetto alla media dell’area. Il vantaggio mediamente conseguito dall’Indice FOI ex tabacchi rispetto all’indice HICP ex tobacco negli ultimi anni dieci anni non è tale da consentire di escludere questa eventualità.
In terzo luogo il pagamento della rivalutazione del capitale unitamente alla cedola semestrale se, da un lato, anticipando i flussi costituisce un vantaggio, dall’altro fa perdere il fattore di capitalizzazione composta sull’inflazione, cosa che appare penalizzante soprattutto nel caso opposto, di inflazione molto elevata.
Infine la questione più importante, la questione che costituisce, appunto, il motivo dello sforzo fatto dal Tesoro con questa emissione: se non è difficile dare credito all’Italia nel breve termine, grazie a quanto fatto dal governo in carica e dalla BCE negli ultimi quattro mesi, l’orizzonte del 2016 resta in mano al pieno ritorno dei partiti sulla scena politica italiana.